LA PIETRA CHE SI FA CERA È METAFORA DELL’ESISTENZA UMANA
"Metamorfosi" è il nuovo ciclo di opere di Stefano Cescon, in cui l'artista esplora l'evoluzione della sua tecnica pittorico-scultorea attraverso la stratificazione e fusione della cera con il travertino, pietra emblematica della nostra Storia. Questi quadri-scultura rivelano non solo un raffinamento tecnico, ma anche una profonda riflessione sulla possibilità dell’arte di trascendere i propri limiti e indagare così l'essenza della realtà. Con "Metamorfosi," Cescon riafferma la centralità dell’arte come strumento espressivo capace di catturare e raccontare in modo inedito le sfumature più intime e autentiche della condizione umana.
Ogni opera rappresenta, infatti, una meditazione sulla relatività del tempo, dove gli strati acquistano significato solo nel “ritmo” e nella loro composizione globale. La pietra che si fa cera diventa un mezzo per riflettere sulla propria esistenza, incarnando la massima di Ovidio nelle Metamorfosi: 'Nitimur in vetitum semper cupimusque negata' (tendiamo sempre a ciò che è proibito e desideriamo ciò che ci è negato). Nel descrivere l’amore tragico tra Piramo e Tisbe l'autore latino affrontava un tema universale e sempre attuale: il fascino dell'interdetto. Questa attrazione fatale, a cui è impossibile resistere, sembra essere il motore stesso dell'esperienza umana. Allo stesso modo, la ricerca artistica più autentica si fonda su continue sfide alla ricerca della perfezione e, in ultima analisi, di sé stessi.
Tradizionalmente, i protagonisti delle metamorfosi mitologiche venivano trasformati in pietra o piante, passando in questo modo dalla condizione vulnerabile ed effimera del vivere alla 'solidità' dell'eternità. Cescon, invece, fonde queste due dimensioni, creando 'lastre' di pietra fatte di cera, travertino e lapislazzulo. Le sue sono metamorfosi al contrario, nuove impensabili alchimie che spingono l'osservatore a superare i rassicuranti schemi gnoseologici: nulla è ciò che sembra. Dietro l'apparente bellezza di cieli e mari infiniti, si cela molto di più: un concetto e un approccio rivoluzionario alla pittura e all’arte, intese oltre i propri limiti, come metafore del dubbio e della fragilità di cui è fatta la meraviglia dell’esistenza umana.
“Il senso di ambiguità e dubbio tra i due stati della materia - solido e liquido - è il centro dell’evoluzione della mia ricerca. Esso pervade una dimensione classica, quasi mitologica, per approdare a un approccio alchemico che da sempre mi affascina. Questa terza via rappresenta quasi un ossimoro, che muove lo spettatore a livello percettivo smuovendolo e spingendolo a porsi delle domande” Stefano Cescon
Stefano Cescon
Stefano Cescon è un artista veneto, nato a Pordenone nel 1989. Vive e lavora tra Venezia e Conegliano.
Ha conseguito il Diploma di I livello in Arti Visive, specializzazione in Pittura nell’anno accademico 2012/2013 presso l’Accademia Cignaroli di Verona. Si è laureato con lode in Arti Visive, specializzazione in Decorazione nell’Anno Accademico 2018/19 presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia (I) e ha svolto numerose residenze d’artista in Italia e all’estero, tra cui quella al Künstlerhaus Salzburg.
Dopo aver vinto il Premio Cramum nel 2021 gli sono state dedicate numerose mostre personali tra Milano, Roma e Venezia.
VISITA LA MOSTRA “METAMORFOSI”
Gaggenau DesignElementi
Lungotevere de’ Cenci 4, Roma
Dal 30 settembre al 20 dicembre 2024, lunedì-venerdì ore 10:30 - 13:00 / 15:30 - 19:00.
Visite aperte al pubblico solo su appuntamento previo contatto e-mail o telefonico.
E-mail: gaggenau.roma@designelementi.it
T. +39 06 39743229, +39 371 1733120