“Il futuro è assimilazione”
"Pars Construens", personale di Fulvio Morella, presentata da Gaggenau in collaborazione con Cramum
“Pars Construens” è la terza mostra del ciclo artistico “Extraordinario”, promosso da Gaggenau e Cramum per ricominciare a pensare realmente al futuro, che nel corso del 2021 ha animato gli spazi Gaggenau DesignElementi di Milano e Roma. Filo conduttore l'analisi del rapporto tra l'essere umano e lo spazio urbano, sociale e architettonico.
Pars construens è una locuzione latina impiegata per la prima volta da Bacone nel XVI secolo per indicare un’attitudine costruttiva e propositiva nell’affrontare ogni aspetto dell’esistenza. La mostra, che ha animato nel 2021 lo showroom Gaggenau DesignElementi Hub di Milano, è un'originale riflessione sul concetto di progresso e su come l'umanità evolva in modo corale, assimilando e rielaborando il proprio passato, senza mai negarlo né cancellarlo del tutto. “Pars construens” è stata la prima parte dell'inedito progetto artistico “Blind Wood”, con cui Fulvio Morella ha ripensato la scrittura in braille,di cui proprio nel 2021 è ricorso il bicentenario dall'ideazione. Il risultato è un vasto corpo di lavori che è possibile comprendere solo aiutandosi gli uni con gli altri: in mostra dei "quadri-scultura" di legno tornito e metallo in cui la scrittura in braille viene impiegata da un lato come elemento decorativo, dall'altro come chiave per comprendere e interpretare forme solo a prima vista astratte ma che rileggono in ottica contemporanea noti monumenti, luoghi storici e simboli di un'antichità ancora viva ai giorni d'oggi: dall'Anfiteatro di Milano, all’Arena di Verona, alle rosse cupole di Palermo. “Pars construens” finisce così per essere un inno alla rinascita e all'universalità del genio umano in grado di trasformare anche le difficoltà e i limiti in possibilità e basi per un futuro migliore.
Come ha spiegato il curatore Sabino Maria Frassà, "Morella impiega la storia dell'architettura e del braille per mostrarci l'attualità della riflessione del filosofo inglese Bacone, per cui nell'uomo coesistono una “pars destruens”, che critica e demolisce, e una “pars construens” in grado di discernere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato, ovvero di elaborare il passato e ciò che ci circonda per farne qualcosa di nuovo. Le nostre città sono del resto frutto di una stratificazione architettonica, di un'operazione secolare di assimilazione integrativa, che i più ignorano: dalle piante delle città di origine romana, alle chiese costruite sui templi pagani, alle chiese costruite su altre chiese precedenti, agli edifici costruiti con il materiale degli edifici preesistenti. Fulvio Morella realizza così opere che celebrano i luoghi-simbolo: il ciclo degli anfiteatri (Verona, Milano, Lucca e Catania) ma anche i luoghi di culto rivissuti nei secoli (dal Pantheon alla chiesa di San Giovanni degli Eremiti a Palermo). L'artista non si limita però a realizzare delle maquette di noti monumenti italiani: la storia dell'architettura è solo il pretesto, il punto di partenza per riscoprire il piacere di stare e imparare insieme. Per tale ragione la mostra presenta anche opere che raccontano un più profondo sincretismo esistenziale: il "Cantami, o Musa" che apre la mostra è una chiara ed esplicita invocazione a preservare e nutrirsi del passato. Allo stesso modo il “Profumo di-Vino” ci invita a riflettere sull'evoluzione storica del profumo, da elemento di culto a simbolo della vanità. Infine, “Omphalos”, l'opera dedicata all'oracolo di Delfi, è un invito a conoscere se stessi attraverso la comprensione del passato e di ciò che ci circonda".
L'importanza “dell'altro" e di "ciò che ci circonda" è centrale per Morella, oggi più che mai. L'artista introduce questo concetto nel suo lavoro in modo esplicito attraverso il braille, che per la prima volta compare nelle sue opere a fianco del legno tornito e delle superfici metalliche che hanno caratterizzato le opere precedenti. Solo attraverso la lettura delle "decorazioni in braille", stampate in 3D su tutte le opere, è possibile comprendere cosa rappresentino realmente. Queste opere multisensoriali possono essere così pienamente comprese solo attraverso la condivisione dei linguaggi (visivo, tattile e braille) e, come ripete sempre l'artista, "aiutandosi gli uni con gli altri. Perché le mie opere premiano la diversità, anche fisica. Il futuro, del resto, non è mai autoreferenziale e non nasce da un ripiegarsi su noi stessi, quanto dal dialogo con ciò che è diverso nel tempo e nello spazio".
FULVIO MORELLA
Fulvio Morella, nato a Grosio (Sondrio) nel 1971, è l’artista che ha portato la tornitura del legno nell’arte contemporanea. Si può dire che sia cresciuto con il legno: fin dall'infanzia ha imparato ad amare questa nobile materia nella falegnameria del padre, che produceva per lo più infissi e che Morella ha affiancato fin da ragazzo. Dalla fine degli anni '90 Morella lascia le tecniche della lavorazione del legno imparate in famiglia per approcciare la tornitura del legno, alla base di tutte le sue opere. Il suo obiettivo è non solo scardinare l'idea di tornitura intesa come tecnica per la realizzazione di oggetti di design "rustici", ma superare il confine tra arte e design. La creatività non ha né forme né confini prestabiliti.
Da anni lavora nel settore bancario e ha deciso di approcciare il legno in modo diverso, come materia di ricerca estetica e non più funzionale, anche se ama l'ambiguità tra arte e design. A prima vista, le sue opere evocano spesso oggetti di design con una chiara funzionalità (soprattutto vasi e piatti) la quale viene però negata attraverso la sua stessa lavorazione. Determinante per la maturazione di tale approccio è stata la lunga conoscenza - anche lavorativa - con Laura de Santillana, maestra del vetro prematuramente scomparsa, e con Franco Mazzucchelli, noto a livello internazionale per le sue opere d'arte gonfiabili in PVC. Dalla collaborazione con Franco Mazzucchelli è nata una fortunata serie di opere - “I Bifacciali” - esposte a Milano e a Venezia in occasione della Biennale Arte del 2019.
La ricerca artistica di Fulvio Morella è la conseguenza di una continua ricerca - artistica e tecnica - sulla materia lignea e sull'interazione tra il legno e gli altri materiali. Forme geometriche, curve prive di eccessi e di fronzoli sono invece i segni distintivi della sua ricerca visiva. Nulla è un caso e la tensione alla perfezione e alla pulizia delle forme è una costante nelle sue opere. Per perseguire tale ambizione, da anni la ricerca visiva è solo l'ultimo anello di un lungo processo di sperimentazione e progettazione non solo materica, ma anche strumentale: fondamentale per l'artista è in primo luogo lo studio e la realizzazione di strumenti di lavoro all'altezza dell'obiettivo di superare i limiti della materia e della storia del legno. Da qui la necessità di ideare, progettare e spesso realizzare personalmente anche gran parte dell'attrezzatura impiegata. Un vecchio tornio in lastra è stato così riadattato meccanicamente alla lavorazione del legno, numerosi nuovi accessori sono stati progettati e infine realizzati dallo stesso artista. Tanti mesi di ricerca sulla strumentazione e la lavorazione interamente manuale hanno come risultato cicli di opere sempre molto limitati, dal momento che Fulvio Morella non crede nella serialità dell'opera d'arte: una volta superato il limite e completata a livello espressivo la sua ricerca, procede con una nuova ricerca e nuovi limiti da superare.
Appassionato da sempre d'arte, Fulvio Morella ha sempre frequentato gallerie e musei, ma per anni ha preferito presentare le sue opere per lo più a collezionisti e amici, prediligendo un basso profilo, che ne rispecchia la personalità. Dal 2015, Franco Mazzucchelli e Laura de Santillana hanno convinto l'artista a presentare in modo più strutturato al pubblico le sue opere, che hanno da subito collezionato. L'artista ha così collaborato alla mostra Oltre Roma (2016) e Frangit Nucem (2017) a Milano. Tra il 2019 e il 2020 Cramum lo ha poi selezionato, con il progetto "Deep Oval", come artista dell'anno da presentare al Fuorisalone 2020, e sempre nel 2020 Ventura Project lo ha scelto per il 1° Dezeen Virtual Festival con il progetto "Square the Circle". Sotheby's ha selezionato anche una sua opera (insieme a quelle di maestri del calibro di Cattelan, Di Fabio e Isgrò) per la decima edizione dell'asta benefica “Scusate il disturbo”. A settembre 2021 le opere di Fulvio Morella sono infine state esposte al fianco di grandi maestri dell'arte come David LaChapelle e Krauss nella mostra internazionale "(La) Natura (è) morta?" a Milano.
Opere di Fulvio Morella sono presenti in prestigiose collezioni private e sono state pubblicate e recensite su numerose testate d'arte e design in Italia e all'estero, tra cui Corriere della Sera, Interni, Dezeen, The Good Life, Juliet Art Magazine, Artwave, Rivista Segno, SmallZine e Celebre Magazine. Una sua opera ha infine ispirato il noto designer Giuseppe Viganò per la realizzazione della nuova linea di arredo (divani e sedute) di lusso.