“Il canto d’amore di Letia”
Gaggenau, in collaborazione con Cramum, presenta “Vibrazioni”, personale di Letizia Cariello - LETIA
L’amore inteso come atto di sovversione, scuotimento interiore, tensione verso l’altro, e mai come stasi contemplativa. Questo è il punto di partenza e di arrivo della mostra “Vibrazioni”, personale di Letizia Cariello - LETIA.
Il concetto di movimento si configura in questo percorso - così come nell’intera produzione dell’artista, persino nelle più monumentali installazioni - come un elemento imprescindibile. Non a caso la forma più ricorrente nelle opere è quella circolare: tutto scorre e si trasforma, senza limiti o direzioni prestabilite.
In questo universo di infinite possibilità, l’artista ricostruisce connessioni e relazioni altrimenti perdute. Il suo segno raccoglie e assembla tracce di vita, attraversa gli oggetti quotidiani riconoscendo ogni sentimento, anche la sofferenza, come valore esperienziale e passaggio esistenziale da cui trarre insegnamento.
L’arte di LETIA diventa così una forma di catarsi, a partire dal processo creativo delle opere che avviene quasi in uno stato di trance in cui l’artista indaga la relazione fra spazio interno e spazio esterno, immateriale e contingente, sfidando sempre di più se stessa, anche a livello fisico.
Ne è un chiaro esempio la serie dei “Calendari”, che Cariello realizza registrando su supporti circolari in marmo, rame, acciaio o altri materiali, una sequenza di numeri e lettere che rappresentano le iniziali delle date in cui intraprende l’esercizio performativo di meditazione sul tempo e sulla sua reale esistenza.
A fianco dei “Calendari”, la mostra ospiterà anche il ciclo dei “Gates”, in cui un’infinita corda di lana si avvolge attorno a un disegno di chiodi sempre visibili, dando vita una finestra simbolica verso l’altrove. Protagonista di questa serie è il blu indaco, un chiaro riferimento ai Sacri Chiodi e al colore attribuito dall’Antico Testamento e dalla tradizione bizantina e ortodossa alla Madonna e alla Maddalena, figura amatissima dall’artista; ma non mancano anche richiami espliciti alle geometrie buddiste. In questo senso l’arte di LETIA non assume mai connotati religiosi, quanto piuttosto spirituali.
L’arte di LETIA diventa così una forma di catarsi, a partire dal processo creativo delle opere che avviene quasi in uno stato di trance in cui l’artista indaga la relazione fra spazio interno e spazio esterno, immateriale e contingente, sfidando sempre di più se stessa, anche a livello fisico.
Ne è un chiaro esempio la serie dei “Calendari”, che Cariello realizza registrando su supporti circolari in marmo, rame, acciaio o altri materiali, una sequenza di numeri e lettere che rappresentano le iniziali delle date in cui intraprende l’esercizio performativo di meditazione sul tempo e sulla sua reale esistenza.
A fianco dei “Calendari”, la mostra ospiterà anche il ciclo dei “Gates”, in cui un’infinita corda di lana si avvolge attorno a un disegno di chiodi sempre visibili, dando vita una finestra simbolica verso l’altrove. Protagonista di questa serie è il blu indaco, un chiaro riferimento ai Sacri Chiodi e al colore attribuito dall’Antico Testamento e dalla tradizione bizantina e ortodossa alla Madonna e alla Maddalena, figura amatissima dall’artista; ma non mancano anche richiami espliciti alle geometrie buddiste. In questo senso l’arte di LETIA non assume mai connotati religiosi, quanto piuttosto spirituali.
“Le opere di Letizia Cariello - LETIA si integrano nello spazio Gaggenau, raccontandolo,” commenta il curatore della mostra Sabino Maria Frassà. “Il chiodo è così il punto di partenza tanto per l’azienda quanto per l’artista: da questo piccolo elemento in ferro, prodotto nel 1683, ha origine la storia che ha portato il brand tedesco a essere oggi sinonimo di design tecnologico minimalista. Allo stesso modo i chiodi sono l’origine e i punti saldi delle trame dei famosi “Gates” realizzati dall’artista per raccontare l’amore universale che ci lega tutti. Il ciclo di opere in mostra “Calendari” completa questa visione raccontando l’importanza di essere al di là del tempo, del fatto che passato, presente e futuro coesistono in ogni istante. Cos’è l’essere umano se non una forza vitale, pura energia al di là del tempo, che si esprime in tutta la sua potenza grazie al vivere con e per gli altri?”.
È una pratica di LETIA quella di prendersi cura, sanare le ferite, dare forma all’amore. Dai “Calendari” ai “Gates”, tutte le sue opere sono sempre il risultato della fusione armonica di singoli elementi che non si mescolano o si annientano, ma vibrano della propria potenza in comunione con il tutto: lettere, numeri, ricami, gesti, chiodi brillano coralmente nell’armonia che caratterizza il gesto artistico di Letizia Cariello.
Letizia Cariello - LETIA
La volontà di intercettare la consistenza materiale del tempo si concretizza nella ricerca e nella raccolta delle sue tracce, e nel renderle visibili nella scrittura di calendari o nei legami a filo rosso di oggetti, materia e spazi. Con questo processo di identificazione e ricucitura, ricostruisce connessioni e relazioni altrimenti perse. Dagli alberi alle teiere, dalle tazze alle fotografie, il suo segno attraversa le cose quotidiane per materializzare il tempo in una forma percepibile. Dal 9 giugno 2022, a seguito del risveglio della sua identità, assume il nome d’arte di LETIA.
Letizia Cariello - LETIA nasce in una famiglia di origine napoletana dedita da più di 300 anni alla scultura. Oggi vive e lavora a Milano. Collabora con Cramum dal 2019.
Si laurea in Storia dell’arte all’Università degli Studi di Milano con Pierluigi De Vecchi e – dopo aver lavorato nel mondo del cinema – si diploma in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera.
Professore Ordinario di Anatomia Artistica presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano – Scuola di Scultura, durante la Presidenza Barroso, Letizia Cariello - LETIA è stata selezionata dalla UE per partecipare insieme ad altri 14 artisti europei, intellettuali e uomini di scienza al progetto “a New Narrative for Europe”. Guest Curator del Milano Design Film Festival con un progetto su Architettura e Musica, ha vinto il Premio BNL-BNP Paribas per la Fotografia in occasione di MIA. Invitata dalla Fondazione ICA per il progetto Aria Italiana, patrocinato dal Ministero degli Esteri, collezione Farnesina, Roma.
Le sue opere appartengono a numerose collezioni pubbliche e private quali, tra le altre, Museo Nazionale delle Donne nelle Arti, Washington DC (US); Mint Museum, Charlotte, North Carolina (US); Collezione Farnesina – Experimenta, Ministero degli Esteri, Roma; Certosa di San Lorenzo, Padula; Museion / Ar-Ge Kunst, Bolzano; Rocca di Montestaffoli, San Gimignano; Collezione Artrust, Lugano (CH); Collezione Borromeo, Milano; Hangar 2173/Monte Bianco – Skyway, Courmayeur (AO); BAG – Uni L. Bocconi; Fondazione Trussardi; AssabOne, Milano; e molte altre.
Espone in Italia e all’estero. Ha partecipato a mostre collettive promosse da autorevoli istituzioni museali, come La Triennale di Milano, MART di Rovereto, Kunstverein Ludvigsburg, San Moritz Art Master, San Moritz. Nel 2020 viene selezionata all’interno del premio Level 0 di ArtVerona da M9 – Museo del ’900, Mestre (VE).
Visita la mostra “Vibrazioni”
Gaggenau DesignElementi Hub
Corso Magenta 2 (cortile interno), Milano
Dal 9 novembre 2023 al 2 febbraio 2024
lunedì-venerdì ore 10:00 - 18:30
Visite aperte al pubblico solo su appuntamento previo contatto e-mail o telefonico.
E-mail: gaggenau@designelementi.it
T. +39 02 29015250 (interno 2)