“La natura è la più grande artista” Gaggenau, in collaborazione con Cramum, presenta “Fiori invisibili”, personale del duo TTOZOI

“Fiori invisibili” è la seconda mostra del ciclo artistico “Extraordinario”, promosso da Gaggenau e Cramum per ricominciare a pensare realmente al futuro, e che nel corso del 2021 ha animato gli spazi Gaggenau DesignElementi di Milano e Roma. Filo conduttore l'analisi del rapporto tra l'essere umano e lo spazio urbano, sociale e architettonico.

La mostra, ospitata nello showroom Gaggenau DesignElementi di Roma, ha esposto Gaggenau DesignElementi di Roma, espone le opere d’arte create dal duo TTOZOI a partire da materie organiche (farine, acqua e pigmenti naturali) e in grado di metterci in contatto con un mondo extraordinario, attraverso un procedimento di fatto invisibile agli occhi di artisti e spettatori, ma fortemente influenzato e in connessione con le condizioni ambientali che lo circondano.

Capita di fermarsi sbalorditi a contemplare l’intima bellezza della natura, anche quando essa si manifesta impetuosa, tragica e persino mortale: come non rimanere ipnotizzati dal mare in tempesta? A partire da questa drammaticità, il duo artistico TTOZOI, originario di Avellino e unito da un legame di amicizia decennale, realizza quadri attraverso l'impiego di ciò che solitamente viene considerato nemico dell’arte e sinonimo di qualcosa andato a male: la muffa.
“Gli artisti sono i registi dell'opera d'arte, perché il vero protagonista e pittore rimane la natura, che si manifesta imperiosa sulle tele in tutta la sua inimitabile complessità e irripetibilità,” spiega il curatore Sabino Maria Frassà. “Pertanto, sebbene i TTOZOI partano dall'arte informale del dopoguerra, la loro è un'arte processuale in cui il gesto artistico, in senso squisitamente maieutico, completa e guida la natura nell'auto-manifestarsi: a ben pensarci possiamo persino dire che i quadri in gran parte si autodeterminino e che con essi abbia luogo un’epifania della natura. Gli artisti si "limitano" a determinare le condizioni affinché la vita possa partire, fiorire e lasciare traccia sulle tele. L’uomo, da nemico della natura, per una volta diventa umile narratore della sua bellezza e intima fragilità”.
Attraverso l’utilizzo di materie organiche (farine varie), acqua e pigmenti naturali su tele di juta, i TTOZOI Implementano una “Art Area” formata da diverse installazioni di teche sigillate, all’interno delle quali vengono riposte le tele e lasciate a dimora per circa 40 giorni. Durante questo “vuoto d’intervento”, il tempo e la natura fanno il resto, favorendo le condizioni per la naturale proliferazione di muffe sulla tela, con manifestazioni sempre diverse poiché condizionate dalle variabili esterne specifiche del luogo di esecuzione.

Un procedimento che, con l’apertura di “Fiori Invisibili”, è stato replicato nello showroom Gaggenau DesignElementi di Roma: per l’occasione, lo spazio romano si è trasformato in un laboratorio creativo, dove le tele avviate dai TTOZOI sono maturate, nel corso della mostra, fino a trasformarsi in una vera e propria testimonianza del luogo in cui sono state generate.

Le spore, infatti, interagiscono con le opere iniziate dagli artisti, conquistando lo spazio da questi concesso e seguendo un istinto di sopravvivenza, mentre i TTOZOI monitorano la progressione del processo e lasciano che la tela catturi l’humus, l’anima - il GENIUS - del luogo. Quando decidono di interromperlo, la memoria della vita resta impressa sulla tela: l'opera d’arte prende forma così soltanto quando il processo vitale si è compiuto, e all’interno delle teche si trova la storia di una fioritura tanto impetuosa quanto ormai irrimediabilmente passata.

Solo a questo punto gli artisti intervengono, “scavando” nei resti di quel che rimane di questa invisibile fioritura, facendone emergere le impronte e le radici. Delle muffe - un mondo extraordinario, che normalmente non consideriamo nell’ambiente che ci circonda - rimane una testimonianza che nutrirà il futuro di chi verrà dopo di noi. Del resto, da sempre e per sempre, ogni nuova vita si nutre più o meno consapevolmente delle tracce del passato, che assimila e fa proprie, per riuscire infine a fiorire in qualcosa di imprevedibilmente nuovo. Questa è la magia dell'arte dei TTOZOI: scavare nell'invisibilità per far emergere i fiori invisibili di ieri, oggi e domani.

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TTozoi

TTOZOI

Stefano Forgione (Avellino, 1969) e Giuseppe Rossi (Napoli, 1972) sono il duo artistico operante con lo pseudonimo TTOZOI dal 2010, anno della personale a Napoli presso Castel Dell’Ovo (a cura di Luca Beatrice). Stefano (Laurea in Architettura) e Giuseppe (Laurea in Economia) sono entrambi autodidatti. Fin dall’adolescenza sperimentano varie tecniche artistiche (carboncino, china, acquerello, acrilico, olio, spray, collage...) e si avvicinano alla Storia dell’Arte di matrice Informale, assecondando la loro vocazione estetica e concettuale. Nel dicembre 2006 sarà la comune passione per l’Informale a riavvicinare i due, dopo anni vissuti in varie città d’Italia. Al centro del loro confronto, l’elaborazione di un progetto - basato su “concetto” e “forma”, “tempo” e “materia” - che sta diventando portavoce di una piccola rivoluzione nel campo sperimentale della pittura.

TTOZOI è artefice del cosiddetto “vuoto d’intervento”, una vera e propria attesa d’intervento, successiva all’azione simultanea a quattro mani sulla tela, durante la quale la Natura - nella sua fioritura fra le trame della tela sotto forma di muffa - diventa puro codice linguistico. Una nuova grammatica - viva - che dal momento in cui le muffe vengono bloccate, rende l’impronta materica sull’opera un segno definitivo, un inizio che conduce al conseguente epilogo, generando una nuova superficie capace di metabolizzare la metafora e la somiglianza mimetica.

Gli artisti creano le opere in situ: il processo informale, realizzato a quattro mani, prevede l’utilizzo di materie organiche (farine varie), acqua e pigmenti naturali su tele di juta. Implementano poi una «Art Area» dedicata, formata da diverse installazioni di teche sigillate, all’interno delle quali vengono riposte le tele e lasciate a dimora per circa 40 giorni. Il Tempo e la Natura fanno il resto, favorendo le condizioni per la naturale proliferazione di muffe sulla tela, con manifestazioni sempre diverse, in quanto condizionate dalle variabili esterne specifiche del luogo di esecuzione. Le spore interagiscono con l’opera iniziata dagli artisti - conquistando lo spazio da questi concesso - seguendo un istinto di sopravvivenza, nutrendosi della sola parte organica. TTOZOI monitora la progressione del processo e lascia che la tela catturi l’humus, l’anima - il GENIUS - del luogo, fin quando decide di interromperlo, secondo una declinazione di “salvataggio dall’estetica in purezza”: è così che la memoria della vita resta impressa sulla tela e diviene una finestra dentro l’archeologia del tempo. Una perfetta sinergia tra l’imponenza architettonica del luogo e il cuore caldo che abita idealmente le sue fondamenta... oltre il visibile.

Scopri le foto della mostra presso lo showroom Gaggenau DesignElementi di Roma

TTOZOI FIORI INVISIBILI
TTOZOI FIORI INVISIBILI
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